Bina

"Io sono figlia di una mamma che mi ha insegnato l’arte della cucina e che mi ha trasmesso questa passione. Ho sempre avuto il desiderio di aprire qualcosa di mio, ho anche frequentato la scuola alberghiera con il massimo dei voti e lavorato per le altre attività, ma 10 anni fa, abbiamo scelto con mio marito e i miei figli di avviare questa avventura.
All’inizio dell’attività ho avuto il piacere di conoscere lo chef Vito Antonio Semeraro che ci ha seguiti passo passo nell’avvio per poi lasciarci andare da soli.
Io ci ho messo del mio perché io ho sposato la filosofia del mangiare bene, della qualità e del profumo. Penso che questo mi abbia permesso di vincere questo premio, che ha vinto anche la mia collega Antonella Scatigna."

Zio Nino

"Io mi emoziono quando parlo di Bina, siamo da 50 anni insieme. Abbiamo vinto tante battaglie, abbiamo due figli straordinari. Quando Bina decise di aprire il ristorante, era il momento in cui a me avevano proposto, dopo la pensione, di dirigere il sindacato dei pensionati. Per questo ero titubante ma lei aveva dedicato una vita a me e alla nostra famiglia, fino ad allora. Così, sebbene spaventato, ho deciso di aiutarla.
Io in prima battuta non sapevo di poter partecipare a una storia del genere. Sono stato affiancato da una ragazza, Claudia, che mia ha insegnato l’arte del servizio al cliente. Non stato facile, ci sono stati momenti in cui chiedevo a Bina chi ce lo facesse fare, ma lei è stata determinata e adesso posso dire di essere orgoglioso di lei.
Io sono innamorato di Bina, della sua cucina, cerco ogni volta di trasmettere la sua storia con i suoi piatti. E’ questo che i turisti apprezzano del nostro ristorante.
Ed è verso questa direzione che va il turismo: ecco perché credo che i ristoratori debbano fare gruppo, se non facciamo gruppo perderemo questo treno del turismo che al momento è predominante del nostro territorio. Solo così possiamo creare una sinergia, uno sviluppo e occupazione per tanti giovani"